Vayigash si apre con la drammatica denuncia di 22 anni di alienazione, cambiamenti e speranze. Giuda è spinto ad affrontare Giuseppe, e così facendo è portato a confrontarsi con se stesso e con i propri errori. I rapporti interrotti di una vita tra i fratelli vengono ristabiliti e l'intera famiglia di Israele è finalmente riunita. La porzione si conclude con i successi degli insediamenti di Goshen, in Egitto, e la coltivazione produttiva di una nazione destinata a nascere in esilio.
I fratelli, guidati da Judah, si sono trasformati radicalmente da bulli a individui premurosi. Tuttavia, osservando gli eventi dalla loro prospettiva, piuttosto che da quella di Joseph, emerge un quadro completamente diverso. Consapevoli della loro storia familiare, i fratelli sapevano che in ogni generazione uno della discendenza era l'eletto di Dio e l'altro era il loro avversario: Isacco fu scelto sul ribelle Ismaele, Giacobbe su Esaù. I fratelli riconobbero nei sogni arroganti di Giuseppe in cui tutti si inchinavano davanti a lui, una personalità pericolosa che non era in sintonia con l'adorazione di Dio da parte di Abramo. Credevano sinceramente che proprio come Isacco era stato fuorviato da Esaù, Giacobbe era stato stolto ad amare Giuseppe e che la famiglia stava meglio senza di lui.
Ma ora a Vayigash la storia è tornata al punto di partenza. Ora è Joseph che si prende cura del benessere della sua famiglia e sono i suoi fratelli ipocriti che stanno dividendo la famiglia e facendo cadere il padre in una morbosa depressione. È solo a questo punto che Giuseppe rivela la sua vera identità ai suoi fratelli perché solo ora entrambe le parti possono vedere il valore di un Israele unito.
Sebbene Giuseppe stabilì i suoi fratelli in un'area separata, con i loro mezzi di sostentamento lontani dagli egiziani, è ironico rendersi conto che egli mise in gioco la struttura feudale con la quale il futuro Faraone avrebbe potuto controllare il suo popolo. Gli accordi immobiliari di Giuseppe significavano che tutta la terra d'Egitto apparteneva al sovrano e gli permetteva di costruire enormi città e di esigere obbedienza dai suoi sudditi indebitati. Vedremo nelle prossime settimane come questa obbedienza abbia permesso ai Bnei Yisrael di cadere facilmente in schiavitù.