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Risorse - Lo Shema

Lo Shema è la preghiera più centrale nella vita ebraica. Il primo paragrafo dello Shema è qui sotto (in inglese!):

Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno.
Benedetto è il suo nome, il cui regno glorioso dura nei secoli dei secoli.
Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Queste parole che oggi ti comando saranno nel tuo cuore. Ripetili ai tuoi figli e parlane quando sei seduto a casa tua e quando cammini per strada; quando ti corichi e quando ti alzi. Tienili stretti come un segno sulla tua mano e siano come un ricordo davanti ai tuoi occhi. Scrivili sugli stipiti della tua casa e alle tue porte.

Questo è quasi esattamente da Deuteronomio VI, 4-9, ad eccezione della seconda riga, "Beati... sempre". Questa linea ha un'origine più mistica. Si dice che quando Mosè salì sul Monte Sinai per ricevere i Dieci Detti, udì gli angeli attorno al "trono" divino ripetere ripetutamente questa frase. Lo diciamo a bassa voce in modo che gli angeli non sappiano che abbiamo rubato la loro preghiera più importante a Dio, tuttavia, durante lo Yom Kippur la recitiamo ad alta voce, tanto è disperato il nostro bisogno di salvezza.
Ci sono alcune cose interessanti da notare riguardo al primo paragrafo: 1) Il riferimento a Israele significa Am Yisrael, il popolo di Israele.
2) "..quando ti corichi e quando ti alzi.." si riferisce ai tempi di preghiera quotidiani,sebbene lo Shema sia di tale importanza che quando arriva il momento di dirlo, qualunque cosa tu stia facendo devi fermarti e recita lo Shema: anche se sei nel bagno devi uscire, coprirti e pronunciare le parole sante.
3) "...un segno sulla tua mano e come promemoria davanti ai tuoi occhi..." si riferisce alla posa dei tefillin,
4) "..sugli stipiti della tua casa.." significa la Mezuzah, una scatola contenente un pergamena con scritti tutti e tre i versetti dello Shema.

Il secondo paragrafo dello Shema è da Deuteronomio XI, 13-21, e il terzo è da Numeri XV, 37-41.

Lo Shema viene recitato anche in caso di morte. Quando il rabbino Akiba fu portato fuori per essere ucciso dai romani, era tempo di leggere lo Shema. Mentre i romani gli strappavano la carne con pettini di metallo, recitava lo Shema. I suoi discepoli gridarono "Anche adesso?", al che lui rispose "Tutti i miei giorni sono stato turbato dalla spiegazione "con tutta l'anima" - anche se Lui te la toglie. Ora questo è in mio potere, se non dovessi adempierlo?" Rabbi Akiba morì mentre recitava la parola Uno. Pertanto, gli ebrei cercano di recitare lo Shema alla loro morte.