Uno dei periodi più drammatici della storia ebraica fu incentrato sull'emergere nel XVII secolo della figura quasi mistica e quasi messianica conosciuta come Shabbetai Zevi. Nato a Smirne, nel profondo dell'Impero Ottomano, nel 1626, Shabbetai Zevi divenne il simbolo di un fervore di ispirazione cabalistica per la venuta di un Messia ebreo. Molti fattori contribuirono alla sua ascesa (e alla successiva caduta in disgrazia, che prese la forma dell'apostasia), non ultimo il rinnovamento spirituale della città israelita di Safed, dove il movimento della Kabbalah aveva raggiunto una posizione dominante nella vita ebraica.. Questa nuova Kabbalah combinava la fede nel messianismo con il misticismo. Interpretando il concetto di tikkun (“restaurazione”) come un passo verso l'armonia e la redenzione del mondo che sarà segnato dall'apparizione del Messia, i sostenitori di questa Cabala lurianica provocarono un'ondata di fermento messianico.
Shabbetai Zevi, uno studente brillante e un tempo asceta, con profondi segni di esuberanza emotiva e turbamento che tormentavano la sua anima narcisistica, era uno strumento probabile per il movimento nascente. Cercando di vivere una vita mistica e ascetica, si prese la libertà di recitare il Nome Ineffabile di Dio, il Tetragramma la cui pronuncia era vietata dalla legge rabbinica. Ciò portò a proclami messianici e alla sua eventuale espulsione dalla comunità di Smirne all'inizio degli anni Cinquanta del Seicento. Iniziò così un viaggio che, tracciato su una mappa, somigliava a quello del Paolo del Nuovo Testamento, solo che le peregrinazioni di quest'ultimo erano storicamente più autentiche e riuscite.
Shabbetai Zevi ha tratto il suo più grande sostegno da Nathan di Gaza, un astuto medico che ha convinto l'esuberante/depresso pretendente messianico di essere, in effetti, il vero articolo. Così, nel maggio 1665, Shabbetai Zevi si annunciò come il Messia e la furia si intensificò. Questo movimento, stranamente, non era limitato agli ingenui. Rabbini e studiosi furono travolti dall'eccitazione, e ad Aleppo ci furono testimonianze delle apparizioni del profeta Elia. Ciò portò a ulteriori macchinazioni, molte delle quali scurrili, fino a quando il nuovo re incoraggiò l'eliminazione liturgica del sultano turco dalla preghiera recitata a nome del sovrano del paese, sostituendolo invece con una preghiera formale per Shabbetai Zevi come re messianico di Israele. Questo pezzo di blasfemia nazionale e religiosa valse a Shabbetai Zevi un'udienza con il gran visir e infine l'incarcerazione. Sebbene il movimento stesse raggiungendo i suoi livelli più estasianti durante l'estate del 1666, Shabbetai Zevi, sotto esame turco, negò di avanzare affermazioni messianiche e, rinunciando al martirio, decise di convertirsi all'Islam. Indossando un turbante, assunse il nome Aziz Mehmed Effendi e gli fu concesso il titolo onorifico di Kapici Bashi, “custode delle porte del palazzo”.