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Risorse - I figli di Noè

Sem era un sommo sacerdote e aveva il vantaggio di onore e benedizione sui suoi fratelli (Zohar 1:117a).

I libri sacri della Scrittura possono essere scritti, oltre all'ebraico, solo in greco perché sta scritto: "Dio conceda bellezza a Jafet e dimori nelle tende di Sem" (Genesi 9:27). Jafet, cioè la lingua greca, sarà nelle tende di Sem (Megillah 9b).

"Cam, il padre di Canaan, vide la nudità di suo padre (Noè) e lo raccontò ai suoi due fratelli" (Genesi 9:22). Cam ridicolizzò la nudità di suo padre (Lekach Tov, Bereishit 9).

Non è sempre vero che le azioni dei giusti siano duplicate dalla loro prole. Genesi 6:1 afferma: "Noè era un uomo giusto, perfetto nelle sue generazioni". Egli generò Sem, Iafet e Cam, che sono ricordati in ordine discendente di giustizia. Dai loro lombi uscirono settanta nazioni. Sem continua la stirpe ebraica; Iafet, i popoli greci; Cam, gli Etiopi, gli Egiziani e i Cananei. agli occhi del testo biblico, l'ultimo è sicuramente il meno importante. Cam viene maledetto da Noè per aver deriso lo stupore ubriaco di suo padre e la sua nudità. Il suo destino e quello dei suoi successori nazionali è quello di servire come l'ultimo degli schiavi.

Jafet ha un destino molto più felice. I rabbini della tarda antichità erano infatuati dei greci, sia per la loro mondanità che per la loro prospettiva intellettuale. La totale assimilazione culturale fu impedita loro da una distinzione importante e insormontabile descritta succintamente da Arnold Toynbee: "I greci adoravano la santità della bellezza; gli ebrei adoravano la bellezza della santità". La maledizione di Noè su Cam è seguita dalla benedizione di Sem e Jafet. Jafet, come indica il suo nome ebraico, è dotato di bellezza e sensibilità. Questa benedizione affonda le sue radici nell'antica Grecia e in tutta quella vivace cultura che ha generato. La benedizione di Sem poggia sul futuro di Israele e il suo adempimento dei comandamenti.

In definitiva, il testo biblico sottomette Jafet a Sem: "Dio conceda bellezza a Jafet e dimori nelle tende di Sem" (Gen. 9:27). L'apprezzamento di Jafet per la bellezza è profondamente significativo, ma solo se è posto al servizio delle verità spirituali rappresentate da Shem. Vista da sola, una vita vissuta rigorosamente nel perseguimento dell'estetica sminuisce l'uomo, lo rende vittima delle sue passioni, deificando se stesso al posto di Dio nell'Alto. Così è l'intento del testo fondere i caratteri e le caratteristiche di Sem e Jafet. La benedizione della santità e la consapevolezza della Presenza Divina di Shem si uniscono all'acutezza intellettuale e fisica di Jafet: insieme, sono la perfezione immaginata da Noè nel nuovo mondo; separati, sono la tragedia che affligge tutta l’umanità.Il paradigma rimane oggi, purtroppo, incompiuto.