Noè era uno studioso che comprendeva i linguaggi di tutte le creature (Zohar Chadash 22b).
"Noè era un uomo giusto, perfetto nelle sue generazioni" (Genesi 6:9). Nelle sue generazioni era considerato giusto, ma non sarebbe stato considerato giusto nelle altre generazioni. Resh Lakish ha detto: "Nelle sue generazioni era giusto, e sicuramente sarebbe stato giusto nelle altre generazioni” (Sanhedrin 108a).
Chi era Noè? Non è facile rispondere alla domanda senza comprendere il mondo del pensiero biblico e i rabbini che in seguito interpretarono il testo divino. A prima vista, Noah sembra essere un eroe, addirittura uno dei primi dottor Doolittle, che salva la sua generazione, produce una nuova civiltà e, attraverso la sua prole, nuovi popoli. Grattando la superficie però si ricava, già nel sesto capitolo della Genesi, un altro principio biblico: non tutti i capi del nostro popolo “hanno guidato” allo stesso livello. Cioè, sebbene Noè sia considerato “giusto e perfetto nelle sue generazioni, ” non è mai considerato uguale ad Abramo, Giacobbe o Mosè. Un Midrash lo sottolinea. Quando Dio volle distruggere il Suo popolo durante la generazione di Mosè, promettendo al tempo stesso di conferire al suo più grande leader una nuova nazione, Mosè rispose immediatamente: "Devo abbandonare la causa di Israele per il mio vantaggio personale?" Ma quando Dio disse a Noè che lo avrebbe salvato nell’Arca, Noè non pregò per le persone del mondo ed esse morirono (Zohar 1:67b).
Da questa narrazione si può derivare ancora un altro principio. Anche se i talenti e i doni personali dei leader d'Israele variarono sicuramente nel corso del periodo biblico, viene indiscutibilmente avanzata l'idea che nonostante i progressi tecnologici e intellettuali dell'uomo, agli occhi di Dio la storia dell'umanità era già in declino. Questo pensiero deprimente è confermato nella frase in cui il Signore ha ampliato il menu dell'umanità per includere la carne: "Tutto ciò che si muove e vive vi servirà di cibo" (Gen. 9:3). Allo stesso tempo all'uomo è stato permesso di mangiare carne, doveva anche ispirare terrore tra le creature selvagge di Dio: "E la paura e il terrore di voi saranno su ogni bestia della terra, su ogni uccello del cielo e su tutti i pesci del mare". (Genesi 9:2).
Una nuova alleanza viene stipulata con Noè per mezzo di un arcobaleno visto tra le nuvole. Dio promette di non distruggere mai più l’umanità. Eppure il messaggio non è affatto promettente. Noè pianta una vigna e ne rimane infatuato. Suo figlio, Cam, il padre di Canaan, vede la nudità di Noè e riceve una maledizione rabbiosa: "Sarà schiavo dei servi per i suoi fratelli" (Gen. 9:25). I suoi fratelli, Sem e Jafet, sono contemporaneamente benedetti. Famiglia tzurris porterà alla luce un conflitto generazionale: Noè ha il posto che gli spetta nella storia di Israele, ma non è certo in cima alla scala di Giacobbe.