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Risorse - Dina

“E Dinah, la figlia di Leah, uscì per vedere le figlie del paese” (Genesi 34:1) per mostrare ai gentili la sua bellezza, così avrebbero visto che non c’era nessuna come lei tra loro (Sechel Tov, Bereishit 34:1). Dina concepì e partorì Asenath. I figli d'Israele volevano uccidere il bambino. Invece l'angelo Michele la portò giù nella casa di Potifera in Egitto. La moglie di Potifera la allevò come una figlia e in seguito sposò Giuseppe (Pirkei D'Rabbi Eliezer 38).

Giobbe visse ai tempi di Giacobbe e sposò sua figlia Dinah (Bava Batra 15b).

Quando Dina, figlia di Lea, esce dalla tenda della sua famiglia per vedere le “figlie del paese”, viene violentata da uno dei principi della regione, Sichem l'Eveo. È una storia angosciante, poiché la sua risoluzione presuppone una punizione adatta al crimine iniziale. Superando in astuzia la famiglia ingraziante di Sichem e suo padre Hamor, che vogliono essere accettati dagli Israeliti, i figli di Giacobbe richiedono una circoncisione comunitaria dei maschi adulti e poi, durante il periodo del loro dolore rituale, massacrano egregiamente ogni maschio con la spada. Si tratta, anche in questa fase iniziale del periodo patriarcale, di una rappresaglia sorprendentemente vendicativa. Quando un Giacobbe infuriato rimprovera i suoi figli vigilanti, loro rispondono senza batter ciglio: “Dovrebbe trattare nostra sorella come una prostituta?” Jacob rimane senza parole.

Povera Dinah, che sembra vittimizzata per mera curiosità. È chiamata la “figlia di Lea” perché anche Lea è “estroversa”. I rabbini considerano questo disprezzo della modestia come inappropriato per la figlia di un patriarca, ma questa è l'eredità di Dinah. Il suo comportamento è immortalato in Ezechiele 16:44, che recita: “Tale madre, tale figlia”. Ma è anche chiamata la “figlia di Giacobbe” perché la sua illustre reputazione, oltre alla sua grande bellezza, spinge Sichem a desiderarla.

Eppure la tradizione salva Dinah dalla sua ignominia. Nella letteratura rabbinica è percepita come la moglie sofferente del servo di Dio giusto e longanime, Giobbe. Se ciò non bastasse, dall'atto codardo di Sichem emerge una progenie: Dina dà alla luce Asenath, che viene trasportato angelicamente nella casa reale egiziana e allevato dalla tentatrice egiziana di Giuseppe. Il destino di Asenath è felice: assume il ruolo sacro di moglie di Giuseppe e madre di Efraim e Manasse, che ricevono la speciale benedizione del nonno Giacobbe, una benedizione che viene pronunciata su ogni generazione di bambini ebrei ogni sabato sera. Dal disonore all'onore. Dall'umiliazione alla nobiltà. Dinah - attraverso la sua vita e attraverso la sua prole - sperimenta tutto questo.