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Risorse - Caino e Abele

Caino non somigliava ad Adamo, e i suoi discendenti non sono elencati nel resoconto dei discendenti di Adamo” (Targum Yonatan, Bereishit 42).

Caino disse ad Abele: "Non c'è giustizia, né giudice, né mondo a venire, né ricompensa né punizione per i giusti e i malvagi". Abele rispose: "C'è davvero giustizia, un giudice, un mondo a venire, ricompensa e punizione". Hanno discusso la questione sul campo. Allora Caino insorse contro suo fratello Abele, lo colpì sulla fronte con una pietra e lo uccise” (Targum Yonatan, Bereishit 4:8).

Il primo libro della Bibbia è stato appena aperto quando i figli di Adamo, Caino e Abele, in competizione per il favore del padre, ingaggiano una lotta che porta al primo omicidio al mondo. Stabilendo uno schema che si ripete costantemente nel testo biblico, e soprattutto nel caso di Esaù e Giacobbe, l'offerta del figlio minore, Abele, è preferita a quella del fratello maggiore, Caino.

Il testo stesso non ci dice perché l'offerta dei primogeniti del suo gregge da parte di Abele sia più gradita al Signore del dono dei frutti della terra da parte di Caino. Apprendiamo che Caino è sconvolto, poiché l'Onnipotente, parlando nell'intimo di un genitore, lo consiglia e suggerisce: "Perché sei adirato? E perché è caduto il tuo volto? Se fai bene, non si innalzerà? e se non fai bene, il peccato si accuccia alla porta; e a te è il suo desiderio, ma tu puoi dominarlo”.

Apparentemente Caino non riesce a controllare i suoi desideri terreni e il suo carattere violento, aggiungendo un'altra dimensione della fragilità umana alla corona della creazione di Dio. Sembra, anche in questa primissima fase dell'esistenza umana, straordinariamente cinico. Questa caratteristica è allusa nel Midrash sopra citato. Caino si sente privato della benevolenza di Dio. Si sente ingannato, non ricompensato per le sue fatiche e affronta gelosamente il suo fratello preferito. Abele ribatte: "Non c'è favoritismo nel giudizio divino. È perché le mie azioni sono migliori delle tue che la mia offerta è stata accettata". È la pura onestà dell'affermazione di Abele che spoglia Caino delle sue difese interiori. Non riuscendo più a credere nella bontà e nella giustizia del mondo, commette il peccato più grande dalla creazione del mondo e, come i suoi genitori esiliati dal Giardino dell'Eden, ma ancor più simile al racconto di Ismaele, diventa un emarginato, un intoccabile, squalificato dall'albero genealogico di Adamo ed Eva.

In effetti, Caino viene segnato da Dio con un "segno", mentre si stabilisce a est dell'Eden, nella terra di Nod. Il primo figlio della prima coppia riceve le pene più dure del Signore. Caino deve guadagnarsi da vivere dalla terra intrisa di sangue, che il Signore non fertilizzerà, e rimanere per tutta la sua esistenza terrena sia un fuggitivo che un vagabondo. In questo caso, e in molti resoconti biblici che seguiranno, la colpa e la punizione di Caino si adattano letteralmente al crimine.