Composto intorno al 1280, questo libro è il secondo commentario di Abraham Abulafia alla Guida dei Perplessi di Maimonide. Dove la Guida cercava di riconciliare ragione e rivelazione, Abulafia spinge oltre, aprendo la porta dalla filosofia alla profezia.

In quest’opera, la mente è paragonata a un ricevitore del segnale divino: se accordata alla giusta frequenza, diventa capace di percepire realtà superiori. Abulafia guida il ricercatore attraverso questo accordo, mostrando come parole, lettere e concentrazione interiore servano da chiavi alla trasformazione.

Al cuore dei Segreti della Torah si trova un insegnamento audace: il Mondo a Venire non è un regno futuro, ma uno stato presente di coscienza. La vita eterna, per Abulafia, si raggiunge spostando pensiero e percezione finché l’anima non dimora nel Giardino dell’Eden qui e ora.

Unendo meditazione, filosofia e visione mistica, il testo conduce i lettori al nucleo profetico della Cabala di Abulafia: un insegnamento che promette non solo comprensione, ma incontro diretto con il divino.